Il professore Costa, lo immaginiamo un po’ come un uomo di altri tempi, molto attento alle parole e ai fatti, di quelli che parlano carta alla mano. Da raccontare ha sicuramente molto, più di quello che lascia intendere, del resto in questi quasi quarant’anni ne avrà viste tante ed è stato uno dei protagonisti della nostra Veglie. Questa è la sua storia e quella della Banda di Veglie.
Cosimo Costa, insegnante di musica presso le scuole statali attualmente in pensione, inizia molto presto il suo rapporto con la musica. Racconta che già all’età di due tre anni, raggiungeva il suo vicino di casa, suonatore di tromba presso l’orchestra di Bologna, per ascoltarlo durante le sue esercitazioni giornaliere. Sempre da bambino, attratto dal suono di una banda che passava vicino casa in occasione di una delle nostre feste patronali, si allontanò seguendola facendo preoccupare i genitori e tutto il vicinato, fu ritrovato dopo un paio d’ore in piazza, dietro ai musicisti. Comunque, la sua infanzia è sempre contornata da stimoli musicali, i suoi giochi erano quasi sempre legati al canto al ballo e a tutto ciò che riguardasse la musica.
La sua carriera musicale comincia a circa quindici anni, riceve le prime nozioni musicali di base dal maestro Salvatore Martina e subito dopo si iscrive al Conservatorio di Musica di Stato “Tito Schipa” di Lecce, dove intraprende il percorso di studi musicali e si diploma in clarinetto, sotto la guida del Maestro Antonio Reino nel 1974. Ha suonato in varie Bande Musicali come il Gran Concerto Bandistico Città di Lecce, quello della Città di Squinzano, la Mondial di Martina Franca e altre. Successivamente, durante la leva militare entra a far parte della Grande Banda Centrale dell’Esercito Italiano di Roma. Dopo aver preso l’abilitazione all’insegnamento, inizia il suo percorso di insegnante in provincia di Matera, per poi proseguire in diversi comuni salentini, tra cui molti anni nella “Scuola Media Don Innocenzo Negro”. Nel 1977 fa parte, assieme ad alcuni suoi allievi e altri colleghi, del Gran Concerto banda Verde Città di Nardò, dove inizia a fare le prime esperienze come Vice Direttore.
Successivamente, nel 1980, Cosimo Costa, insieme a un gruppo di appassionati suonatori, tutti vegliesi (A. Della Bona, P. Guida, A. Zimmari, A. Ingrosso, Prof. Filieri), promuove la nascita di un’entità musicale che non assume la connotazione soltanto di Banda, ma si caratterizza per essere soprattutto un’associazione bandistica che si ispira a un’antica tradizione musicale promuovendo una sorta di attività di tutela e custodia del patrimonio socio culturale vegliese. Creando un’azione educativa attraverso i vari corsi di formazione musicale gratuita, per venire incontro alle esigenze di carattere culturale-musicale di ragazzi e giovani del nostro tessuto sociale, dando attenzione al delicato problema del disadattamento giovanile.
Dopo un anno di prove, di esercitazioni e di studi con i vari allievi, la domenica del 27 dicembre del 1981 per le vie del paese si sentì suonare della musica e tutti quelli che ebbero la fortuna di affacciarsi alla porta per assistervi, videro un gruppo di Majorettes seguite dalla nascente Banda di Veglie. La stessa sera, nella sala dell’allora Cinema Caputo, si tenne il loro primo concerto che registrò sold out. Dopo una prima fase di sperimentazione, il 17 maggio del 1983 registrarono lo Statuto dell’associazione bandistica con Majorettes “Antonio Reino”, associazione senza scopo di lucro nata per infondere nei cittadini vegliesi il sentimento, l’amore per la Musica e per la promozione del territorio, portando il nome di Veglie, in giro per tutta Italia. Il Complesso Bandistico e il gruppo Majorettes sono regolarmente associati all’ANBIMA (Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome) e attualmente il Maestro Costa ne è Vice Presidente Provinciale.
Nel 2003 l’Associazione, in occasione del rinnovo dello Statuto, prende il nome di “Associazione Musicale Culturale A. Reino – Città di Veglie”, concedendo al sindaco pro-tempore della nostra cittadina la carica di presidente onorario della Banda.
Uno degli obiettivi principali del Maestro Costa è sempre stato quello di diffondere la cultura musicale senza scostarsi da quelle che sono le caratteristiche principali delle bande. Con il tempo la banda di Veglie, ha sempre di più perfezionato e curato il proprio repertorio, passando dalle semplici marce militari a quelle sinfoniche, arrivando fino al repertorio classico delle bande più blasonate. Per Costa la funzione della banda, specialmente nel meridione, è quella di diffondere l’opera sulla piazza, per dare modo a tutti (anche a chi non può permettersi di andare a teatro) di ascoltare la musica classica, una sorta di teatro dei poveri. Nel corso degli anni non sono mancate le riproduzioni dei canzonieri napoletani, ma anche quelle delle colonne sonore dei film, ma tutto questo è solo a contorno delle grandi opere liriche e sinfoniche (Traviata, Norma, ecc). Quando gli si chiede cosa ha in serbo per i vegliesi in occasione dei quaranta anni della Banda (dicembre 2021), il Maestro risponde tenendosi sul vago con un “è ancora presto per parlarne”.
Infatti, ora i problemi sono altri. L’emergenza covid19 ha messo in difficoltà l’intero comparto, con le aziende della filiera in crisi che non sanno quando ripartiranno. La stessa Banda di Veglie si è vista annullare alcuni impegni musicali e molto probabilmente ne vedrà annullati degli altri.
Tantissimi sono stati gli allievi nati sotto l’Associazione che dopo anni di esperienza in banda, sono successivamente diventati professionisti del settore, il maestro li ricorda ancora tutti (nomi cognomi e specializzazioni). Alcuni di loro non sono più a Veglie, ma continua a tenersi in contatto quasi con tutti. Dai suoi occhi traspare l’emozione di chi ha visto crescere quelli che oggi sono uomini e musicisti professionisti, persone che dopo tanto lavoro e sacrificio, partendo da zero, sono riuscite a coronare un sogno. Il suo sguardo è fiero quando ci elenca chi ora insegna nelle scuole (di ogni ordine e grado) o di chi, addirittura oggi suona nei vari gran concerti bandistici e nelle varie bande militari d’Italia.
Ha tantissimo da raccontare, abbastanza da scrivere un libro probabilmente, ma lui è schivo e taciturno, non ama stare sotto i riflettori. L’impressione che abbiamo avuto è che lui abbia voglia di portare con sé non le storie o i fatti, ma i momenti. Quelli fatti di risate, di viaggi a volte interminabili, quelli trascorsi con i suoi colleghi, amici e allievi, creando momenti unici e famigliari. La Banda ha portato la sua musica e tenuto alto il nome di Veglie in giro per l’Italia, dalla Sicilia alla Costiera Amalfitana, passando da Ascoli Piceno fino a moltissime altre città, acquisendo riconoscimenti di vario tipo da enti pubblici, privati e comitati organizzativi.
Proprio di questi viaggi ha i ricordi migliori, quelli che ancora oggi lo fanno ridere e lo rasserenano. Lui che è un perfezionista, ci tiene che tutti arrivino al pieno delle proprie forze e concentrati all’esibizione, quindi durante i pranzi controllava che non si bevesse troppo, ma proprio in uno dei tanti viaggi notò che scherzosamente alcuni musicisti nascondevano le bottiglie sotto il tavolo. Oppure, ricorda tutte quelle volte che a seguito dell’appello prima del ritorno a Veglie, scopriva che qualche ragazzo era assente, trovandoli a pochi metri di distanza che salutavano le ragazzine del posto conosciute durante la giornata. Ricorda con molto affetto tutte le coppie nate e ancora oggi felicemente sposate tra musicisti e Majorettes.
La Banda nel corso degli anni ha sempre interloquito con tutti gli attori dell’associazionismo vegliese, tessendo ottimi rapporti con ognuno. In particolare, ci tiene a sottolineare, il rapporto avuto con tutte le amministrazioni vegliesi, ricordando il Riconoscimento ricevuto dal Consiglio Comunale di Veglie, all’unanimità, come “Gruppo di Musica Popolare e Amatoriale di interesse comunale” in occasione del 150° anniversario dell’Unità D’Italia.
In questi anni i suoi tre punti di forza sono stati: umiltà, sacrificio e tanti rospi da ingoiare. “Si sa bene che nei rapporti sociali ognuno ha il proprio punto di vista” – ci spiega – “il segreto è cercare di dialogare con tutti e insieme decidere”.
In generale, il Maestro Costa spera in un associazionismo diverso da quello che spesso siamo abituati a vedere qui al sud, il suo concetto di associazione e forse utopistico e vede ogni iscritto collaborare a un progetto, nel rispetto reciproco, con alla base il dialogo e lo spirito di iniziativa.
Il suo desiderio è quello di lasciare in eredità tutta l’esperienza acquisita negli anni, un lavoro svolto non per sé stessi bensì per il paese. È per questo che ha fatto sì che la Banda Antonio Reino, insieme ai suoi collaboratori e a tutti i componenti, divenisse la colonna sonora degli ultimi quarant’anni della storia di Veglie.
Intervista a cura di Marco Palma e Giorgio Cappello
Foto di Giorgio Cappello e Cosimo Costa