Abbiamo fatto una chiacchierata con Remo Coppola, direttore del Cosmopolitan Art Center di Veglie. Buona lettura.
“Non nascondo la difficoltà a parlare di me stesso, da sempre ho scelto che siano gli altri a parlare di me, qualora ci sia stato bisogno, ma vista la richiesta pervenutami da due giovani ragazzi desiderosi d’informazioni, non mi sottraggo, al fine di conoscenza umana, quale principio di sollecitazione culturale da proiettare a chi ha piacere di leggere e magari poter essere stimolati a confronti su un territorio così avaro qual è quello Vegliese.
Quasi certamente fin dalla nascita mi è stato donato un gene speciale che a mio pensare è la passione, la ricerca della bellezza, maturando nel corso degli anni la consapevolezza che la “Creazione” è qualcosa di sublime è la massima rappresentazione dell’Arte. Sento di dire che la mia collocazione nella ricerca del bello è stata un costante addivenire con il territorio, al fine di conservare o almeno di custodire quelle poche testimonianze che parlano della nostra storia. Tutto questo, nella vita a volte non basta, sento di essere stato fortunato perché ho trovato degli amici che la pensavano come me, così come sono certo che la pensano ancora.
Era il 1979/80 quando un bell’esercito di amici decise di ripristinare la vecchia tradizione del lunedì di Pasqua, festa della Madonna dei Greci, con il preciso scopo di restaurare e rendere agibile la chiesetta allora sita in aperta campagna. A tale scopo, per tanti anni furono utilizzati i fondi che sapientemente riuscivamo a mettere da parte, dopo aver pagato le spese della festa. Questo è stato il primo solco tracciato sul territorio Vegliese, azione molto lungimirante perché grazie a quelli interventi oggi è una bellissima realtà strutturale storico religioso, senza di ciò era destinata a scomparire.
L’anno 1980 vede la mia prima partecipazione in arte da autodidatta all’estemporanea di pittura promossa dal Comune di Veglie, dopo ne sono seguite tante nei vari Comuni del Salento, manifestazioni artistiche molto in voga in quegli anni.
Facciamo un bel salto negli anni, in quanto, sarebbe impossibile raccontare tutto in questa intervista.
Nel 1986 un amico mi porta a visitare una mostra al castello Carlo V a Lecce del pittore Ercole Pignatelli, ricordo che era una sua prima antologica “Il sogno dipinto”, mostra che in primis mi trasmette una sensazione negativa, la mia curiosità mi portò ad approfondire il messaggio artistico, oltre, al profilo dell’autore, così com’è giusto che fosse prima di esprimere totalmente un giudizio, questa ricerca quasi a breve tempo, mi ha talmente stregato con la sua forza pittorica e dall’ora non ho più smesso di seguirlo.
Nel 2006, sono promotore della straordinaria mostra mai organizzata nel Comune di Veglie. Il pittore Ercole Pignatelli mi dona la sua stima e mi concede di esporre ben 32 opere su tela di grande formato presso la Struttura Fieristica di via Salice a Veglie, dal 7 al 30 settembre. Questa esperienza, tengo a precisare è stata sostenuta completamente a mie spese, ma alcuni risultati mi hanno portato a riflettere che fin d’allora esisteva sul nostro territorio una profonda dissonanza su com’era percepita l’arte pittorica e quindi la cultura in genere, facendo fatica a dimostrare che era un veicolo straordinario di crescita.
Nel 2008, finalmente arriva il grande giorno, nasce il Cosmopolitan Art Center, quale spazio culturale indipendente di programmazione, ricerca e formazione sull’economia e la politica della cultura; esso rappresenta la sommatoria di due spazi culturali che si intersecano e nello stesso tempo si contengono, parlo dell’Associazione Culturale “VeglieRemo” costituita il 5 gennaio 2007, regolarmente registrata, la quale, rappresenta l’embrione da cui nasce, si sviluppa e prende forma il bisogno di cambiamento.
“Il Sogno dipinto” dell’antologica del 1986 di E. Pignatelli, negli anni è divenuto la realizzazione del mio “Sogno” con la nascita del Cosmopolitan Art Center, reso possibile grazie all’incoraggiamento dell’amico e consigliere Ercole, che il 13 settembre 2008 inaugura in presenza con una sua straordinaria mostra il Centro Culturale d’Arte.
Dal 2008 al 2021, tante e varie sono state le mostre realizzate e non solo, perché lo spazio abbraccia la pittura, scultura, fotografia, presentazione di libri di poesie, narrativa, letteratura di autori noti e meno noti dandomi la mia più grande soddisfazione, cioè di aver ospitato e promosso autori nascosti dando così la possibilità di mettersi in gioco. Solo per onor di cronaca e senza mettere in ombra i restanti autori, il mio spazio ha ospitato S.E. Mons. Vito Angiuli Vescovo di Ugento per la presentazione del suo libro su Don Tonino Bello, ha scritto “t’amo” sulla roccia; Antonella Tamiano; Benedetta Pati; Giulia Reale e mio figlio Andrea.
Artisti dallo spessore di Ercole Pignatelli, Antonio Del Donno, Marcello Malandugno la fotografa Ornella Cucci, il fotografo Cosimo Savina, Niccolò Marras con fotografia e pittura digitale, e ancora i pittori: Nicola Elia, Antonio Pignatelli, Carlo Politi, Emma Bortone, Cecilia Omaggio.
Per la musica: il grande chitarrista Maestro Riccardo Calogiuri, Maestri di pianoforte Stefano Schirosi e Andrea Musio e l’onore di aver ospitato il Compositore Vegliese Roberto Vetrano ecc.
Tutti gli artisti conosciuti per me sono stati unici, a ognuno ho dedicato ricerca ma soprattutto passione, ognuno per la sua parte ha regalato emozioni di suoni, colori e parole, frutto della loro intimità, perché l’artista attraverso la sua opera mette a nudo la propria anima, il suo pensiero, le sue tristezze quanto le sue allegrie, il suo vivere quotidiano. Per me, non vi è un artista in particolare per bravura, certamente oggi, l’artista che più mi ha dato coinvolgimento, è Cecilia Omaggio, con la quale vi è una stretta simbiosi del pensiero artistico, infatti, riesce a tradurre in azione pittorica alcune reciproche conversazioni visionarie del pensiero artistico. Questo mese di novembre vede l’inserimento di n. 02 sue opere sul Catalogo dell’Arte Moderna CAM 57 della Mondadori, che comprende gli artisti italiani del primo novecento a oggi, con l’onore che tale partecipazione è presentata si di un’intera pagina a colori con il logo del Centro Culturale d’Arte il Cosmopolitan Art Center di Veglie, oltre, a una tavola in b.n. con biografia e recensione critica, con grande soddisfazione personale e forse anche per Veglie.
Mi chiedete quali consigli o stimoli artistici possa dare agli addetti ai lavori, non posso altro che confermare come da sempre hanno e continuano a dimostrare una sordità impressionante. Mi rivolgo invece, con molto affetto e rispetto a coloro che dalla vita per merito o per altre ragioni lavorative hanno ricevuto tanto, a tutti questi signori, a loro è rivolto l’invito a donare senza interesse, ogni tanto un piccolo segno di quanto posseduto a favore d’idee e progetti reali che mirino alla crescita sociale; investendo nella promozione dell’arte e della cultura e sono certo che scoprirete, quanto sia bello ed emozionante sentirsi cellule attive alla realizzazione di nuove realtà territoriali.
Che cosa sarebbe stata l’Italia se nei secoli scorsi non vi fossero stati dei mecenati o committenti, pensiamo per un attimo come esempio alla famiglia Medici – Firenze, e, tanti altri che la storia ci regala, che con il loro contributo hanno reso alla nostra Nazione la culla della cultura, della bellezza delle arti, dell’armonia del paesaggio che oggi noi tutti godiamo, quale polo attrattivo di un turismo culturale.
Ebbene, Veglie dovrebbe essere la culla dell’arte, visto che vanta diversi pittori e scultori e altre discipline artistiche, tolto qualcuno, il resto è nel completo anonimato promozionale e che comunque un paese che si chiami tale, dovrebbe concedere una visibilità, circostanza questa che metto in cima alle priorità culturali di questo paese.
Molto spesso, quello che rende tutto difficile sono le istituzioni in primis e poi gli stessi cittadini, tutti lontani ad avallare presenze rispettose, disinteressate e incoraggianti. Sono diversi i decenni che mi hanno visto testimone di varie attività culturali e da sempre ho evidenziato la mancanza nel nostro territorio di strutture idonee in modo di permettere la progettazione di eventi di grande eccellenza siano essi di arte visiva, musicale, letteraria, scientifica ecc. .
Ritengo che Veglie non sia mai stata interessata a un confronto Culturale tra Arte e Territorio. Così come, non si è mai posto il pensiero, su cosa serve a promuovere l’immagine della nostra Veglie nei prossimi 10 – 20 anni, a chi vogliamo parlare, come e cosa vogliamo comunicare.
Quello che da sempre avverto è l’estremo bisogno di un cambiamento per il futuro di questo paese, serve un progetto nuovo, dinamico, coraggioso, giovane soprattutto, capace di riscrivere e inventare la propria storia dialogando con il mondo.
Con affetto.”
Remo Coppola