Quella che state per leggere è una storia d’amore di altri tempi. Decine di romanzi e film sono stati scritti basandosi su storie come questa, tutte importantissime ma quella tra Pippina e Liberato ha qualcosa di unico.
L’inizio e la fine di questa storia sono scritte su di una lettera, inviata da Liberato alla sua amata Pippina. Teresa Tarantino, 96 anni di Veglie, è la custode di questa storia e conserva gelosamente quella lettera di Natale, ricevuta in eredità da sua madre. Il mittente era l’allora fidanzato di Giuseppa, che in quel periodo si trovava a combattere nella Prima Guerra mondiale, conflitto dal quale non avrebbe più fatto ritorno.
La lettera recita così:
“Angelo mio Pippina
ora giunti alle feste Natalizie e al Capodanno
io con il cuor mio gonfio d’amore e di passione
ti mando i miei più sinceri ed affettuosi auguri
che ti porterà lunga e più lunga vita
e ti porterà un sorriso d’amore da penetrare nel tuo cuore
così credo che quando avrai ricevuto un palpito d’amore
così forte e così grande sei quasi in obbligo di amarmi per vita eterna.
Non ho altro da dirti solo che di salutarti e di salutare tutta la tua famiglia.
Ricevi da me tanti e poi tanti auguri
e mille poi mille baci con tutto il cuore.
Addio addio addio.
Con questi tre Addio lascio il cuor mio.
Mi firmo:
il tuo affezionatissimo Tarantino Liberato.
Addio”
Le parole di Liberato sono cariche d’amore ma leggendo quei tre addii possiamo dire che forse aveva ben capito che da quella guerra non sarebbe più tornato. Infatti, fu così. Settimane dopo, dal reparto di appartenenza di Liberato o da un ospedale militare, non si sa, giunse alla famiglia la lettera che ne annunciava la morte.
Possiamo solo immaginare il dolore che provò la giovane Pippina alla notizia. In quei giorni strazianti, probabilmente, ricordava l’ultimo incontro avvenuto con il suo Liberato durante una licenza, in cui il giovane soldato preso dal desiderio di stare accanto alla sua amata, andò a trovarla di nascosto dai suoceri e per accertarsi di non essere visto entrava e usciva continuamente dalla casa della giovane. Passate settimane (o mesi, Teresa non ricorda con esattezza, ndr) i familiari di Liberato, subito dopo la mezzanotte, lontani da occhi indiscreti, attraversavano la strada (dall’angolo tra via Sant’Elia – Via Dante al piccolo Vico di fronte) per andare a far visita ai genitori di Pippina, portando con loro una proposta.
Giovannina, madre di Liberato, spiegò ai genitori di Pippina che nonostante la morte del figlio, per non perdere l’affetto nei confronti della ragazza, chiedevano il consenso al fidanzamento con il secondo fratello di Liberato, cioè Luigi. I genitori di Pippina acconsentirono.
Certo, ci vollero mesi affinché il povero Luigi potesse trovare spazio nel del cuore di Pippina. Sì, perché per la giovane donna il ricordo di Liberato era ancora troppo forte.
Anni dopo, Luigi e Pippina celebrarono il loro matrimonio nella Chiesa Madre e di Liberato rimase solo il ricordo.
Un ricordo che la notte della vigilia di natale, ha preso la forma di una lettera e che Teresa Tarantino, figlia di Luigi e Pippina, ha voluto raccontarci.
Intervista a cura di Giorgio Cappello
Ringraziamo la nipote di Teresa, Franca Pierri per la collaborazione.